Qualificare l'intangibile nell’immobiliare: follia?

La qualificazione ad Habitat Evolutivo® è una sfida senza precedenti nell’immobiliare, perché poggia su principi non misurabili. Una sfida perfetta per il mondo di oggi.

Ho avuto l’idea di scrivere questo articolo quando, leggendo il libro “Questo è il marketing” di Seth Godin, ho trovato un passaggio sulle certificazioni LEED.

Sì, hai letto bene, Certificazioni LEED (Leadership in Energy and Environmental Design).

Riporto alla fine dell’articolo l’estratto del libro, anticipando qui alcune riflessioni.

Nel 2009 sono stata tra le prime In Italia a diventare LEED AP, una figura professionale abilitata a seguire il processo di certificazione di immobili che volevano ottenere la certificazione Leed.

Allora desideravo distinguermi e, allo stesso tempo, tutto ciò che riguardava controlli, calcoli, checklist, verbali mi piaceva moltissimo. Ho fatto alcune esperienze davvero molto preziose in questo campo.

Poi, il mio lavoro ha cambiato completamente strada, grazie ad un percorso di crescita personale, e mi ritrovo ora a promuovere una visione molto diversa della qualificazione dei luoghi e degli immobili. Non più certificazione, ma qualificazione.

Una qualificazione che non prevede calcoli laboriosi, stress, verifiche ispettive angoscianti. Si tratta infatti di un qualcosa che si muove su un campo totalmente intangibile e che, soprattutto, riempie il cuore, emoziona, arricchisce.

Insomma, qualcosa di apparentemente folle nel campo dell’immobiliare. Di cosa stiamo parlando? Ecco alcune domande da cui partire.

  • I luoghi hanno un'energia? [che sia un lotto da costruire o un immobile da ristrutturare, ogni luogo ha una sua “storia energetica”]

  • Da cosa arriva? [qui si apre un mondo]

  • Che effetto può avere l’energia di un luogo sul benessere psicofisico delle persone? [l’epigenetica qui ci insegna tanto]

  • E se i luoghi avessero un’anima? [il Genius Loci degli antichi Romani era una cosa così assurda?]

  • È possibile qualificare, valorizzare, anche economicamente, quei luoghi che sono stati coccolati, amati fin dall’inizio, dalla loro ideazione, passando attraverso la progettazione e infine arrivando alla costruzione/ristrutturazione?

  • Cosa si può fare per rigenerare profondamente un luogo, prima che inizi ad ospitare le persone che lo abiteranno?

Follia pensare che il mercato sia pronto per un balzo quantico così lontano dalla razionalità?

Io sono sempre più convinta che non sia follia, anche perché, di fatto, il mercato in questo senso si è già avviato.

Vediamo bene le ragioni più importanti.

  • Sempre più persone sono attente al benessere profondo, e lo cercano, in ogni dove.

  • Sempre più persone “si sciolgono” quando sentono parlare di energia di un luogo, di sensazioni e di emozioni legate ai luoghi.

  • Sempre più persone rimangono affascinate quando sentono parlare di anima dei luoghi.

  • Sempre più persone stanno sviluppando consapevolezza sull'impatto che le nuove scienze come la fisica quantistica l'epigenetica hanno sul nostro corpo e in genere sulla nostra vita.

  • Sempre più persone fanno attenzione non più solo alla parte visibile, tangibile e misurabile dei luoghi quando devono acquistare qualcosa, ma prestano attenzione alle sensazioni che provano.

  • Molte delle persone che non appartengono alle categorie qui sopra, dimostrano un’apertura mentale sufficiente per cominciare a farsi qualche domanda.

Le certificazioni e i protocolli di certificazione degli immobili oggi più conosciuti, da quelli internazionali a quelli nazionali, credo che rappresentino un’opportunità notevole per distinguersi, ridurre i consumi, migliorare il confort.

Ma a mio avviso, oggi possiamo mirare a qualcosa di più.

Per questo ho messo a punto ciò che serve per definire e qualificare un luogo Habitat Evolutivo®”, cioè un luogo che si prende cura in modo naturale del corpo, cuore, mente ed anima delle persone.

A questo punto, qualche altra domanda.

È per tutti? Fortunatamente, no!

È per pochissimi, direi una nicchia di operatori e persone che hanno in primis a cuore il benessere profondo dei propri clienti e il rispetto del luogo, oltre che al ritorno dell’operazione.

Perché si dovrebbe qualificare un luogo ad Habitat Evolutivo®?

Per la ragione qui sopra: il benessere delle persone e il rispetto del luogo. Poi, per una questione di distinzione e per soddisfare una nicchia di mercato in forte crescita.
Non da ultimo, un luogo rigenerato secondo i protocolli dell’Habitat Evolutivo®, è più predisposto ad attrarre persone, e più belle persone, che sono già in risonanza col luogo. Quindi potrebbero verificarsi accelerazioni nella vendita, anche dovute proprio all’energia del luogo.

È un sistema misurabile?

Non nei termini canonici. La qualificazione è data in primis solo se viene eseguita una particolare procedura, chiamata “Attivazione di coerenza energetica ambientale”. L’ho misurata in passato, ma ora cerco persone che sentano la potenza di questa procedura e del suo effetto, e, più di ogni altra cosa, risuonino col progetto T-Building.

Non serve una misurazione, quando chi sviluppa un’operazione concorda pienamente sul fatto che…

  • un luogo abbia un’energia che interferisce con la vita delle persone, e che le persone abbiano un’energia che interferisce con l’energia del luogo

  • sia importante lavorare anche per diffondere una cultura evoluta dell’abitare, a partire dalla consapevolezza dei progettisti (che sarebbe preferibile fossero i T-Builders, data la loro specificità nel trattare con amore e competenza la componente intangibile del progetto)

  • sia vitale anche contribuire ad alzare la consapevolezza delle maestranze. Compito arduo e per questo estremamente stimolante, e che fa parte della qualificazione ad Habitat Evolutivo®.

  • sia necessario rendere consapevole il mercato che, anche nel campo immobiliare, finalmente si stia muovendo qualcosa di nuovo che vada incontro alle esigenze delle persone che cercano luoghi profondamente rigeneranti.

Quali luoghi possono essere qualificati?

Semplice. Aperti o chiusi, in fase di progettazione o costruzione/ristrutturazione, di ogni dimensione e destinazione d’uso. Potenzialmente, tutti. Residenze, hotel, parchi, scuole…

Vi sarebbe molto altro da scrivere, ma prima di riportare l’estratto di Seth Godin, lascio una domanda.

Chi saranno i pionieri di questo nuovo mondo dell’immobiliare?

Ed ecco l’estratto del libro di Godin.

“Pensate alla crescita della certificazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) negli Stati Uniti. Il Green Building Council ha una serie di standard di efficienza che gli edifici (uno degli articoli più costosi al mondo) devono soddisfare. Inizialmente, quando il sistema è stato elaborato, solo due edifici al giorno venivano sottoposti a certificazione.

Erano gli early adopter – architetti e costruttori – che volevano qualcosa di nuovo di cui parlare.

A quel ritmo, ci sarebbe voluto un centinaio d’anni per raggiungere i numeri in realtà conseguiti appena dodici anni dopo. Che cosa è successo?

Poco prima dell’inizio della crisi immobiliare, il numero di certificazioni ha fatto un balzo in avanti e ha poi continuato a crescere.

Perché? Mettetevi nei panni di un imprenditore edile. È in procinto di spendere una somma di denaro molto elevata per costruire un edificio, un edificio da affittare o eventualmente rivendere. Se anche solo poche persone insistono sulla certificazione LEED di un edificio che affittano o acquistano, ciò è sufficiente all’attribuzione di un certo status a chi detiene uno di questi edifici.

E se avete lesinato costruendolo, dovrete affrontare il rammarico o il timore che nutrirete di ritrovarvi in possesso di un edificio che alcuni considerano inadeguato. E quindi c’è una corsa al rialzo.

Ogni imprenditore edile ha un racconto e quel racconto porta alla decisione utilitaristica (ma in definitiva positiva) di ottenere la certificazione.”

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Che sensazioni stai provando oggi, nel tuo ambiente?