Quando tutto, per noi, era “animato”.

Illustrazione di Charles M. Schulz

Chissà quando abbiamo smesso.

Smesso di parlare col nostro peluche del cuore, col nostro cavalluccio a dondolo o con la nostra bambola. Forse quando qualcuno ci ha detto che eravamo troppo grandi per quelle cose. Forse quando qualcuno ci ha detto che era da stupidi... 

Oppure è scattato qualcosa nella nostra mente che, da un momento all'altro, ci ha fatto perdere quel legame magico che avevamo instaurato con i nostri oggetti del cuore. Credo che sia innegabile che provassimo affetto per quegli oggetti inanimati che stavano ad ascoltare le nostre storie, i nostri dialoghi fantasiosi, i nostri pensieri.

Ogni volta che li prendevamo in mano, li coccolavamo, gli raccontavamo qualcosa, stavamo nutrendo un rapporto molto intimo e prezioso. Non ricevevamo risposte udibili dalle nostre orecchie, ma lo facevamo lo stesso.

Perchè? Ecco la mia interpretazione.

Ci faceva stare bene trasferire affetto ad un oggetto.

Ci faceva stare bene immaginare che quell'oggetto fosse capace di comprenderci, e ci desse addirittura delle risposte. Magari, più positive di quella che Lucy riceve dalla sua scuola :-)

Ci faceva stare bene stare a contatto fisico con quell'oggetto.

Ma, da dove arrivava tutta questa positiva alchimia?

Semplice, dall'atteggiamento positivo ed amorevole che noi avevamo verso l'oggetto.

Eravamo in grado, da piccoli, ed in modo assolutamente inconsapevole, di creare legami emozionali anche con le cose inanimate. Ci sentivamo felici nel farlo, era naturale. 

Ma poi, abbiamo perso l'abitudine.

Certo, se oggi vediamo qualcuno parlare ad un muro gli daremmo molto probabilmente del pazzo.

Ma chi di noi non ha mai comunicato con la propria auto? Chi di noi non ha incolpato il proprio PC per essersi inchiodato da un momento all'altro? Non abbiamo, anche solo per un momento, pensato che il PC fosse stato in grado di "fare cose"?

Mi piace pensare che non abbiamo perso la capacità di instaurare legami positivi con le cose inanimate, come facevamo un tempo. Mi piace pensare che se re-iniziassimo a relazionarci ad esempio con la nostra casa, alcuni dei suoi oggetti, in modo più "attivo" potremmo riaccedere a quei meravigliosi canali di benessere naturale che usavamo da bambini.

Ma bisogna farlo con la giusta consapevolezza, il giusto atteggiamento. 

Qual è il tuo pensiero in merito?

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